venerdì 31 dicembre 2010

Felice 2011 a tutti !



L'ultimo giorno dell'anno l'ho sempre vissuto con un pò di malinconia, forse perché è comunque un capitolo che si conclude.
Fare dei bilanci non è mai facile quindi rimane solo da augurarsi che l'anno nuovo sia migliore di quello che sta per finire e che si riescano ad attuare tutti i progetti che abbiamo in cantiere sostenuti sempre dalla salute e dalla serenità necessari.

Questo sarà il secondo capodanno che trascorreremo in 2, i figli ormai sono grandi abbastanza per festeggiare con i loro amici e visto che a mezzanotte non potrò augurare loro di persona un Felice 2011 l'ho fatto questa mattina preparando per loro una prima colazione festiva.

Nulla di speciale, una ciambella al latte e yogurt accompagnata da una salsa al cioccolato bianco ed una piccola decorazione come augurio.

Questa è la ricetta della Ciambella al latte e yogurt.

Per la salsa:

100 gr di cioccolato bianco
poche cucchiaiate di crema di latte


Per la ciambella:

2 uova intere
200 gr zucchero
180 gr di latte
125 gr di yogurt (io ho usato quello al cocco)
300 gr farina 00
50 gr di burro fuso
1 bustina di lievito vanigliato
sale un pizzico
1 bustina di vanillina

Battere con le fruste elettriche le uova intere con lo zucchero fino a renderle spumose, aggiungere quindi la vanillina, il sale, il latte e lo yogurt, il burro fuso lasciato stiepidire, poi poca per volta la farina setacciata e per ultimo il lievito.
Cuocere a 160° per 40 minuti in una teglia imburrata ed infarinata.
Sformare quando è tiepida ed accompagnare con il cioccolato bianco fatto sciogliere con pochissima crema di latte, spolverizzare di zucchero a velo e guarnire con decorazioni in pasta di zucchero.




Con l'occasione auguro anche a tutti coloro che passeranno per il mio blog un 2011 felice e sereno insieme ai propri affetti.



BUON ANNO A TUTTI VOI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 22 dicembre 2010

Una Principessa per la mia sedicenne









Ieri la piccola di casa ha compiuto 16 anni e per il suo compleanno mi aveva chiesto una torta che ama sin da quando era piccola.
All'asilo ed alle elementari festeggiava il suo compleanno anche insieme ai suoi compagni di classe e della torta mimosa che lei voleva le preparassi non ne rimaneva mai nemmeno una briciola.

Per la torta mimosa ho utilizzato un'eccellente alternativa al solito pan di spagna con dosi per una teglia da 32 cm.


Per i chicci di mimosa ho realizzato un pds con: 
3 uova, 120 gr farina, 120 gr zucchero, aroma limone e 1/2 bustina lievito per dolci.


La crema pasticcera l' ho realizzata con: 

2 uova intere e 1 tuorlo, 100 gr zucchero, 50 gr farina, 30 gr burro, 1 bustina vanillina, 250 ml crema di latte, 500 ml latte.

Per la bagna ho utlizzato acqua, zucchero e limoncello.
La torta è stata ricoperta di crema chantilly e decorata con i chicchi di pds.

Quindi per accontentarla torta mimosa (questa volta senza la forma a cupola che le ho sempre dato), ma ci voleva una decorazione!
Da un pò di tempo il suo mito è Audrey Hepburn con la sua eleganza e la sua bellezza raffinata, adora i suoi films, si è comprata portafogli, magliette e posters che la rappresentano nelle famose immagini di scena.

Ho quindi pensato di crearle anch'io un'immagine del suo mito con l'aria fresca e sbarazzina della Principessa Anna di "Vacanze romane" ed ho realizzato una cialda in pdz con la tecnica painting.

Mi sono divertita tantissimo a realizzarla e quando l'ho posizionata sulla torta debbo dire che l'insieme mi è proprio piaciuto.
Ed è piaciuta tantissimo anche alla mia principessina, specialmente gli orecchini che secondo lei sono proprio glamour, e ciliegina sulla torta tra i vari regali ha ricevuto anche una custodia per il cellulare con Audrey in "Colazione da Tiffany"



Eccola qui con la torta ed il suo ragazzo......


......e qui con la sua amica del cuore Nene!!

Tanti auguri principessina della casa!!!!!!!

sabato 18 dicembre 2010

...e se il festeggiato va matto per i "pan di stelle"?




Vedete il maxi "pan di stelle" che fa da base al cake topper??



Per mezzanotte le miei figlie ed i loro amici hanno organizzato una festa a sorpresa per il compleanno di Davide.

Davide ogni mattina fa colazione con una tazza di latte e ben 30 "pan di stelle".
Per lui questi biscotti sono una vera passione ed il cake topper per lui doveva ricordare questi biscotti.
Il trasferimento in trenino, metro, treno ed auto fino a San Felice Circeo non ha permesso di fare una classica torta decorata con pdz, temevo che non avrebbe retto ai vari trasbordi (tra l'altro il treno da Termini è partito con 2 ore di ritardo), ho quindi ripiegato su una crostata alla Nutella meno delicata ma che so piace a tutti.

La mia frolla per la crostata è fatta con :

350 gr farina
2 tuorli e 1 uovo intero
150 gr burro
150 gr zucchero
1/2 cucchiaino di lievito per dolci

Dopo aver amalgamato tutti gli ingredienti lascio riposare la frolla avvolta in pellicola in frigorifero per almeno 1/2 ora.
La stendo quindi su una teglia per crostata imburrata ed infarinata, la cospargo di Nutella ( La quantità dipende dai vostri gusti, per i miei più ce n'è meglio è), guarnisco con striscioline di frolla e cuoco per 15 - 20 minuti a 180 °.

Sicuramente Davide, tra il suo maxi "pan di stelle" e la crostata alla Nutella, sarà soddisfatto!!
Tanti auguri Davide!!


martedì 14 dicembre 2010

........ed oggi è il mio compleanno ;-) !!!


Siamo di nuovo al 14 dicembre ed è il mio compleanno.
Quando questa mattina alle 7,00 le mie figlie mi hanno svegliata chiedendomi di portare fuori il gattino mentre loro facevano colazione mi sono alzata come un automa e con il gattino in braccio l'ho portato sulla verandina della cucina.
Solo quando mi sono voltata per vedere se il caffè era bastato o dovevo fare un'altra macchinetta mi sono accorta della sorpresa.

Sui pensili della cucina avevano attaccato uno striscione di carta forno (quella in casa non manca mai) su cui mi avevano scritto i loro auguri e portandomi un pacchetto rosso mi hanno detto che era il regalo da parte loro, del fratello e dei rispettivi boy friends.

Non voglio nemmeno immaginare che faccia avessi, leggermente appannata dal sonno appena interrotto (ero andata a dormire solo 2 ore prima), sorpresa stavo in mezzo alla cucina in pigiama, con il pacchetto tra le mani, mentre loro mi abbracciavano.

Pochi secondi e finalmente le azioni hanno avuto un senso compiuto; le ho abbracciate coccolandole un pò ed ho aperto il regalo che era il mio profumo preferito.
Erano state talmente indaffarate con lo striscione che non si erano neppure accorte dei muffins al cioccolato che avevo preparato per la colazione e che stavano nella scatola sul tavolo!!!
Ormai la colazione era andata con cappuccino e treccine, baci frettolosi e tutte e due via a scuola, una come insegnante e l'altra come studentessa.

Sono quindi andata a svegliare il fratello che mentre gli stavo preparando la colazione mi ha colto alle spalle di sorpresa abbracciandomi e baciandomi mentre mi faceva gli auguri.

Quando anche lui è uscito, ormai sola, mi sono riguardata lo striscione, il profumo e mi sono detta che sicuramente gli anni sono passati ma che il più bel regalo per me è vederli grandi, belli ed indipendenti, e cosa si può volere di più dalla vita??? ;-)






Quest'anno avevo deciso di farmi una semplice torta non decorata per accontentare il marito che non ama la pasta di zucchero ed anche perché ne debbo fare diverse per i prossimi giorni, così pensando un pò ad una cosa veloce da fare ma sicuramente buona ho deciso per una "TORTA DELLA NONNA" (ogni riferimento all'età è puramente casuale!!!)

TORTA DELLA NONNA
Ingredienti:

Per la frolla ( per una teglia apribile da 24 cm)

250 gr farina 00
125 gr burro
125 gr zucchero
1 uovo intero e 1 tuorlo
la scorza grattugiata di un limone
1/2 bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale

Per la crema pasticcera:

2 uova intere + 1 tuorlo
100 gr di zucchero
50 gr di farina
30 gr di burro
1 bustina di vanillina
250 ml di crema di latte
500 ml di latte

Per guarnire:

Pinoli e zucchero a velo


Incorporare bene tutte le polveri con il burro amalgamando con le punte delle dita, unire quindi le uova, la scorza grattugiata del limone ed il lievito e formare un panetto che avvolto in pellicola dovrà riposare in frigorifero tutta la notte.

Mettere a riscaldare il latte con la crema di latte e quando è quasi a bollore unirla nel tegame dove avrete mescolato insieme con una frusta le uova con lo zucchero, la farina e la vanillina. Mescolare subito e rimettere su fuoco dolce fino a che non ha raggiunto la consistenza desiderata aggiungendo poco prima di spengere la noce di burro che farete amalgamare. Appena tiepida coprirla con pellicola a contatto perché non formi la pellicina.

Stendere 3/4 della frolla molto sottile e coprirci il fondo e parte delle pareti della teglia imburrata e infarinata.
Versare la crema pasticcera ormai fredda e ricoprire con il disco che avrete ottenuto con il quarto di frolla rimasto.
Bucherellare la frolla con il rebbi di una forchetta e coprire con pinoli bagnati per non farli bruciare.
Far cuocere in forno già caldo a 180° per 45 minuti.

Quando sarà completamente fredda togliere dalla teglia e cospargere di zucchero a velo e qualche altro pinolo.


Questa fetta la offro virtualmente a tutti voi che visitate il mio blog, questo è il mio primo compleanno da quando ho creato questo piccolo spazio dedicato alle mie passioni ed ai miei pensieri ed è quindi giusto festeggiarlo anche con voi!!!

lunedì 13 dicembre 2010

Idee per il Natale: Risotto con salmone e scamorza









Dopo che i miei figli avevano mangiato diverse volte questo risotto in un ristorante romano mi sono decisa a prepararlo in casa e dai loro commenti il risultato è stato ottimo.
Può essere un'idea per la cena della vigilia di Natale, insieme al tradizionale piatto di spaghetti e vongole che per me non debbono mai mancare, altrimenti non è vigilia.

Ingredienti per 4 persone:

400 gr di riso carnaroli
150 gr di provola affumicata
100 gr di salmone affumicato (ma a chi piace anche qualcosa in più)
1 scalogno
1/2 bicchiere di vino bianco
60 gr di burro
2 cucchiai olio extra vergine di oliva
brodo (anche vegetale) per la cottura
sale e pepe


In un tegame mettiamo ad appassire in metà burro e i 2 cucchiai d'olio metà scalogno, aggiungiamo il riso e lo facciamo diventare traslucido girando con un cucchiaio di legno.
Sfumiamo con il vino bianco e cominciamo ad aggiungere il brodo un mestolo alla volta.
Nel frattempo in una padella sciogliamo l'altra metà di burro con la metà rimanente dello scalogno e vi facciamo insaporire il salmone affumicato che poi passeremo al minipimer.
Quando il riso è a circa metà cottura aggiungiamo il salmone ridotto in crema e quando è prossimo alla cottura anche la scamorza affumicata tagliata a dadini.
Mescoliamo facendo mantecare ed aggiungiamo un pò di pepe.
A piacere potete anche aggiungere dell'altro salmone tagliato a striscioline.

E' un piatto dal sapore delicato ma gustoso, parola di figli!!! ;-)
E buon appetito!!

mercoledì 8 dicembre 2010

Idee per il Natale: Fior di castagna al cioccolato

Questo è il mio primo Natale da quando ho creato il mio blog e proprio oggi 8 Dicembre, giornata in cui la nostra tradizione vuole che si preparino il Presepe e l'Albero di Natale, voglio iniziare a postarvi alcune ricette che potranno servire per allietare le nostre tavole, ma anche per creare dei simpatici doni per gli amici.

Questi biscottini farciti li ho scoperti il Natale scorso e la ricetta è di Ciciona di Cookraund.

Ingredienti:

Per la frolla

125 gr di farina 00 e farina di castagne (metà di ciascun tipo)
1 cucchiaio di cacao in polvere
1 cucchiaino di cannella
90 gr di zucchero
50 gr di burro
1 uovo medio
1 pizzico di sale

Per il ripieno

70 gr di mascarpone (o philadelphia)
100 gr di confettura di castagne

Per la glassa

cioccolato fondente o al latte secondo i gusti


La ricetta è rapidissima. Basta mettere nel mixer tutti gli ingredienti ed azionare per pochi secondi fino ad avere un composto granuloso.
Aggiungere quindi l'uovo intero ed azionare ancora per 10 - 15 secondi fino ad avere un composto omogeneo che poi lavoreremo con le mani per farne un panetto.
SENZA FAR RIPOSARE L'IMPASTO IN FRIGO, stendere con il mattarello la frolla a circa 4 mm di spessore, tagliare i biscotti con le forme che più preferite, porli su una teglia foderata di carta forno e cuocere a 180° per 10 minuti.
Nel frattempo amalgamate in una ciotola il mascarpone con la confettura di castagne per ottenere la farcia. Quando i biscotti saranno freddi, aiutandovi con una sac a poche o con un cucchiaino, ponete un ciuffetto di farcia al centro di ogni biscotto.
Avrete fatto sciogliere a bagnomaria il cioccolato e quando si sarà un pò raffreddato, tenendo il biscotto con le dita, immergete solo la parte farcita nel cioccolato, in modo da lasciare libera la base.
Poneteli a riposare su carta forno per far asciugare il cioccolato se volete decorarli con cioccolato di colore diverso, altrimenti guarniteli con confettini colorati quando il cioccolato è ancora tiepido perché si attacchino.

Io li ho lasciati così al naturale, decorando solo la confezione con qualche fiocco di neve realizzato in ghiaccia reale.

Un bel vassoio, un foglio di carta trasparente ed un fiocco colorato e il piccolo dono fatto con le vostre mani sarà bello da vedere e sicuramente buonissimo da mangiare.

Se volete fare dei regali graditi, creati con tanto amore e poca spesa, è il momento di mettersi al lavoro!!! ;-)


giovedì 2 dicembre 2010

Una torta dal profumo autunnale:TORTA CIOCCOLATO E PERE



Quando ero bambina ogni stagione era accompagnata dai suoi frutti.
L'odore di arance, mandarini e castagne arrostite o essiccate (che a Roma chiamiamo "mosciarelle") era il profumo dell'inverno, quando le bucce dei mandarini servivano a riempire le caselle delle cartelle della Tombola e il cartoccetto delle caldarroste mi riscaldava le manine nelle giornate fredde.

La primavera aveva il sapore delle ciliegie che mettevo intorno alle orecchie immaginando fossero degli splendidi orecchini, delle fragole profumate e polpose che avevamo piantato nel giardino con i loro splendidi fiorellini bianchi, e delle albicocche che zia Lina usava per fare le sue "palle di albicocche" fino a verso metà luglio.

L'estate che voleva dire vacanze, giochi all'aria aperta con le amiche, aveva il profumo delle pesche, del melone e del cocomero che ti bagnava il viso quando affondavi la bocca nella bella fetta rossa e zuccherina, dei pinoli che con i miei amici andavo a raccogliere nel giardino delle suore di Betania e che poi tutti insieme aprivamo battendoli con un piccolo sasso. I fichi che venivano raccolti direttamente dall'albero la mattina presto perché mio zio Francesco diceva che dovevano essere ancora bagnati di rugiada e che io amavo mangiare nella pizza bianca del fornaio appena sfornata. L'uva, che pure amavo tanto, mi faceva capire che l'estate stava per finire, ma avrei potuto mangiarla ancora fino all'autunno.

L'autunno, che significava tornare a scuola, era allietato dal color oro dei cachi che crescevano nel giardino di mio zio Pietro, di cui mi divertivo ad aprire i semi per vedere se il germoglio aveva la forma di un cucchiaio, di una forchetta o di un coltello, e dei melograni, un frutto che non ti sfamava ma che dovevi assaporare pazientemente chicco dopo chicco.
Tra i frutti che per me hanno il profumo dell'autunno metterei certamente anche le pere dolci e succose e spesso ad un morso di pera alternavo un pezzetto di formaggio.

E proprio con le pere dal profumo d'autunno volevo fare un dolce, così ho cercato questa ricetta che avevo trascritto dopo averla vista realizzare da Anna Moroni nella scorsa edizione de "La prova del cuoco" ed ho voluto provare a realizzarla con una piccola variante che poi vi dirò.

Ingredienti:

2 uova intere
200 gr di zucchero
150 gr di burro
100 gr di farina 00
80 gr mandorle spellate e tritate
20 gr di cacao
1 cucchiaino di lievito per dolci
3 pere (la Moroni consigliava le Williams ma io ho preferito le Abate che non
si sfaldano durante la cottura)
un pizzico di sale

Mettete in una casseruola 80 gr di zucchero con 500 ml di acqua e portate ad ebollizione. Immergerci le pere tagliate a metà ma con la buccia e farle cuocere per 15 minuti. Lasciarle quindi freddare nello sciroppo.
In una ciotola montate il burro con il restante zucchero (120 gr), unirvi quindi le mandorle (precedentemente sbucciate tuffandole per qualche minuto in acqua bollente e quindi tritate finemente), le uova intere, la farina setacciata con il lievito ed il sale.
Amalgamate bene il tutto, dividete l'impasto ed in una parte aggiungete il cacao e mescolare bene.
Imburrate ed infarinate una teglia apribile da 20 cm di diametro, versarvi prima l'impasto al cacao, livellando con un cucchiaio bagnato, quindi l'impasto bianco, livellare, infine le pere ormai fredde tagliate a fettine. Disponetele come più vi piacciono, io le tagliate a fettine e le ho disposte a raggiera , ma la prossima volta le lascerò a metà incidendole più volte per il lungo e disponendole poi a raggiera sull'impasto.
Cuocere in forno già caldo a 180° per 40 - 45 minuti.
La Moroni diceva quindi di spennellare le pere con marmellata di albicocche diluita con un pò d'acqua.
Io invece, per esaltare il sapore delle pere, ho fatto restringere lo sciroppo in cui le ho fatte cuocere prima, l'ho lasciato raffreddare, quindi ci ho spennellato la frutta.
Per chi è supergoloso, un'idea!!!
Quando la rifarò voglio ricoprirla con del cioccolato fondente sciolto con della crema al latte (panna non montata), dovrebbe essere divina! ;-)

Togliete la torta dalla teglia apribile quando è ben fredda e sistematela su un piatto....................................................

Qui si vede bene come l'impasto al cioccolato sia rimasto ben separato anche dopo la cottura.


Questa è la fetta, bella e buonissima!!! ;-)


...........................il sapore dell'autunno è tutto vostro!!!

martedì 30 novembre 2010

Cookaround forum: raduno a Napoli del 20 - 21 Novembre 2010





I primi saluti................................................
.
....e la consegna di cartellino, programma e piccola guida di Napoli!!
Barò, sei mitico!!!


Questa foto scattata da Kromo è straordinaria, uno sciuscià al lavoro.

L'ingresso alla Napoli sotterranea............



ed accanto all'ingresso due mezzi tedeschi della seconda guerra mondiale!


La scala attraverso la quale si raggiungono i 40 mt sotto il livello della strada.


I pozzi attraverso i quali durante la seconda guerra mondiale passava aria per i rifugi antiaerei che vi erano stati realizzati, ma che potevano anche permettere alle bombe di penetrare, per questo molti erano stati chiusi.



Il sistema con cui i greci prima ed i romani poi estraevano il tufo ed attraverso i pozzi lo facevano risalire in superficie.

La nostra dolcissima guida, Ilaria.



Tutti armati di candela per proseguire attraverso i cunicoli che portano alle cisterne dell'acquedotto.







Le anfore che servivano per prendere acqua dai pozzi.

L'entrata al "basso".




Sotto ad un letto che scorreva su dei binari c'era una botola da cui si accedeva alla vecchia cantina.
In effetti si trattava delle quinte del teatro greco ormai inglobate dal medioevo nei palazzi circostanti.




Ed appena riusciti dal teatro greco ci siamo ritrovati in un tipico cortile, inondati dal profumo dei panni stesi e del ragù che di domenica le massaie stavano cucinando.



Il pranzo da "Ciro a Medina"




Tutti a bocca piena..................................prima di antipasti....................


..........e poi di babà di tina56.
.


La dolcissima Marcy......................ci ha raggiunti dalla Germania!!

.................poi si passa alla sfogliatella.............................



Il nostro omaggio agli organizzatori!!! Nel nostro stile, attrezzi per la cucina e polenta, l'Italia si unisce a tavola!!
E qui inizia il buffet dolce organizzato a sorpresa dai cookini campani............



Caprese di Barone Zazà al limone ed al cioccolato

La torta della nonna di Pasqua75


Gl struffoli di Serix

I babà di tina56

I roccocò di Patryval

La pastiera napoletana di Isarella

Gli struffoli di Pina60

La delizia al limone di Dolded


La torta "cook" decorata di Spezzatino

La deliziosa calamita con cappello Cook regalataci da Marcy

Quando a giungo scorso avevano organizzato il 3° cookraduno a Napoli avevo dovuto rinunciare per una giusta causa; il lunedi mattina successivo al raduno alle 8,30 mia figlia Francesca doveva essere in Università per discutere le tesi della sua laurea e della sua abilitazione al sostegno.
Avevo quindi rimandato la mia visita a Napoli, ma quando hanno fissato la data del successivo raduno mi sono detta
- "Beh questa volta se tutto fila liscio dopo quasi 30 anni la rivedo!!"

Già, la mia ultima rapida incursione nella città partenopea risaliva a quando ormai quasi 30 anni fa raggiungemmo Napoli per imbarcarci sulla nave che ci avrebbe portati in Tunisia in viaggio di nozze!!

Quella volta riuscimmo a vedere solo il molo Beverello, come pure era successo quando andai in gita scolastica con i miei compagni delle superiori. Quella volta la colpa era stata del pullman. Giunti a Napoli aveva cominciato ad avere problemi al motore, così gli insegnanti che ci avevano accompagnati pensarono bene di scaricarci da soli sul molo Beverello, raccomandandosi di non muoverci, ed andando con l'autista del pullman alla ricerca di un meccanico.
Finimmo per restare dal mattino fino a pomeriggio inoltrato sul molo Beverello, pranzando con il pranzo al sacco che ci eravamo portati e passeggiando su e giù per quel benedetto molo, non volendoci allontanare nella speranza vana che da un momento all'altro il pullman con i prof facesse ritorno.
Come contentino ci portarono a tempo di record prima alla galleria Umberto per acquistare qualche dolce tipico, di sfuggita vedemmo Piazza del Plebiscito, il Maschio Angioino e Castel dell'Ovo, per poi farci godere dal Vomero il panorama, giusto per poter dire che avevamo "visto Napoli"!
L'unica cosa che mi rese meno amaro il rientro fu quella squisita pastiera napoletana che avevo comprato e che durante il rientro mangiai tutta, nemmeno una briciola da far assaggiare a casa!!!

Quando quindi la domenica mattina, dopo un sabato di diluvio universale, siamo arrivati al "fatidico molo Beverello" con un sole che splendeva e finalmente lo abbiamo superato lasciandoci alle spalle una frotta di napoletani intenti a fare footing sul lungomare, mi sono detta :
-"Stavolta è fatta!!"

Anche mio marito, che a San Giorgio a Cremano aveva frequentato la scuola per marconisti durante il servizio di leva, si guardava intorno cercando di ricordare strade ed angoli in cui era passato tanti anni fa!!
Macchè, la memoria non lo aiutava e se non fosse stato per un automobilista napoletano che insieme al suo amico ci hanno accompagnato per un tratto e ci hanno quindi dato le giuste indicazioni per Piazza del Gesù Nuovo, rischiavamo seriamente di girare a vuoto per Napoli!!
Grazie alla proverbiale gentilezza napoletana dell'automobilista siamo giunti proprio
a ridosso della piazza, ed un altro simpatico napoletano ci ha indicato dove potevamo parcheggiare.
Puntuale come un orologio svizzero alle 9,00 ero all'appuntamento mentre mio marito parcheggiava la macchina.

Ad accoglierci la simpatia dei cookini che già conoscevo, innanzitutto gli organizzatori Patryval, Barone Zazà e Spezzatino.

Neppure il tempo di presentarmi a coloro che non avevo mai visto prima che il gruppo si è diviso tra coloro che volevano visitare la Napoli sotterranea (tra cui noi) e coloro che invece preferivano visitare la Napoli in superficie.

Con i nostri bei cartellini appuntati sul petto siamo quindi partiti alla scoperta di quella Napoli che neppure molti napoletani conoscono.
Ci ha accompagnati il mitico Barone Zazà a vedere prima di tutto la Chiesa del Gesù Nuovo poi il Monastero di Santa Chiara (vi dice nulla questo nome??? Ma sì, quello della famosa canzone napoletana "Munastero e' Santa Chiara, tengo 'o core scure scure......"), poi attraverso Spaccanapoli di corsa verso l'entrata della Napoli sotterranea.
Il nome Spaccanapoli deriva dal fatto che la via divide esattamente in due la città,da una parte il nord dall'altra il sud, e segue esattamente il percorso dell'antico decumano inferiore che era quello più vicino al mare.
E' anche una delle vie più animate della città, tanto che Barone Zazà, da buon cicerone, viaggiava con tanto di ombrello in alto per farsi vedere anche tra la folla.

Il profumo di sfogliatelle e dolci ti inebria lungo tutta la strada. Una miriade di pasticcerie anche piccolissime si affacciano sulla strada ed espongono nelle loro vetrine tutta quella bontà che aspetta solo di essere mangiata!!
La più rinomata la pasticceria Scaturchio, la cui sede originaria sorge proprio difronte all'entrata della Napoli sotterranea.

Lasciandoci alle spalle il brulichio di Spaccanapoli da Piazza S.Gaetano siamo quindi entrati letteralmente nelle viscere di Napoli, o meglio dell'antica Neapolis (città nuova)!
Scendendo per più di 130 gradini si giunge a 40 metri sotto il livello dell'attuale città.
Quando i Greci nel IV secolo a.C. decisero di costruire una nuova città, poiché la vecchia città si trovava sull'isolotto di Megaride dove sorge Castel dell'Ovo, iniziarono a scavare nella roccia tufacea per estrarre il materiale necessario.
Alle opere che si costruivano in superficie corrispondevano altrettante cave di tufo nel sottosuolo sottostante, che successivamente furono usate dai Romani come cisterne per un acquedotto eccezionalmente esteso.
Sulle pareti dei cunicoli che uniscono le varie cisterne sono ancora visibili le cavità che servivano ai "pozzari" per camminare lungo i cunicoli e ripulire l'acqua dalle impurità che galleggiavano.
I pozzari sono figure caratteristiche che alimentarono la leggenda dei "munacielli", spiritelli dispettosi che rubavano cibo ed oggetti preziosi nelle case dei signori.
In realtà i pozzari, con il loro abbigliamento (una lunga tunica scura ed un elmetto che serviva a ripararli dall'umidità dell'acquedotto), risalendo attraverso i pozzi che alcune volte scavavano su richiesta, spesso approfittavano per rubacchiare nella casa del signore dove il pozzo si apriva.
L'acquedotto ha funzionato fino agli inizi del 1900, quando un'epidemia di peste ha costretto i napoletani a non usarlo più.
I pozzi sono diventati discariche per i palazzi all'interno dei quali si trovavano e solo nella seconda guerra mondiale sono stati riutilizzati in parte come rifugi antiaerei.
Attualmente solo una parte dei sotterranei è accessibile, il resto non è raggiungibile poiché i pozzi furono chiusi perché utilizzati appunto come discariche.
Lungo il percorso ci ha fatto da guida Ilaria, una preparatissima ed entusiasta ragazza napoletana che con meticolosità ci ha spiegato tutto, mentre noi procedevamo dietro di lei armati di bugia con candela passando nei cunicoli di traverso, come tanti egiziani.
Quando siamo riusciti fuori Ilaria ci ha detto che avremmo visitato anche l'antico teatro greco e non immaginate neppure la nostra sorpresa quando ha aperto il portone di un basso e ci ha fatto entrare dicendo di aspettarla mentre andava a recuperare altri cookini.Ci guardavamo intorno scettici: cosa ci facevamo in un basso arredato con pochi mobili datati, davanti ad un vecchio televisore a valvole e ritratti sacri alle pareti??
Quando Ilaria è tornata e ci ha detto di aiutarla a spostare il letto, che scorreva su dei binari, tutte le nostre domande hanno avuto una risposta! Sotto il letto si apriva una grande botola (tutto originale, chiaramente) tramite la quale si accedeva a quella che una volta era stata la cantina della vecchia signora che vi abitava.
Gli archeologi avevano scoperto che tramite questo basso si accedeva a quelle che erano le quinte dell'antico teatro greco, buttando giù le pareti che erano state costruite probabilmente in epoca medioevale, si erano trovati davanti ad una scoperta meravigliosa. Nel medioevo infatti le antiche mura greco-romane ormai cadenti erano state utilizzate per costruirvi abitazioni, poiché non era permesso ampliare la città. Di fatto moltissimi appartamenti del centro storico hanno inglobato nelle proprie strutture antiche opere greco-romane.
Anziché riuscire dal basso attraverso il quale eravamo entrati, siamo passati in quello che fino a poco tempo fa era un garage per ciclomotori e mentre Ilaria apriva il portone, un profumo di detersivo misto a quello di un ottimo ragù ci hanno inondato. Eravamo all'interno di un cortile su cui si affacciavano palazzi, ed appesi sotto le finestre panni appena lavati erano stesi ad asciugare.
Dal silenzio del teatro greco ci ritrovavamo nuovamente tra la vita di Napoli, fatta di panni stesi, profumi di cucina, piccole bottegucce dove vendevano presepi, mentre un ragazzo in scooter chiedeva se qualcuno voleva comprare una pagnotta di pane.

Quello che mi affascina del centro di Napoli è proprio il fatto di essere vivo, pieno di umanità che vive in maniera semplice tra quelle che sono le vie storiche della città.

E mentre noi avevamo fatto un tuffo nel passato nutrendo il nostro spirito, il resto del gruppo aveva fatto un tuffo nelle migliori pasticcerie del centro nutrendo il fisico, grrrrrrrrrrrr, l' avrei voluto fare anch'io!!!

A passi rapidi, seguendo l'ombrello che Barone Zazà teneva sollevato per farsi vedere tra la gente che affollava le vie, ci siamo diretti verso la trattoria dove gli altri ci stavano aspettando, non senza aver dato uno sguardo veloce a ciò che Spaccanapoli ci mostrava, fra cui Santa Maria delle Anime del Purgatorio, dove teschi ed ossa decorano la facciata ed anche dei paracarri sulla strada. Qui si racconta che le ragazze pregassero la Principessa Lucia perché ottenessero la grazia di sposarsi.

Tornando verso Piazza del Gesù e dirigendoci verso via Medina siamo passati in Via San Sebastiano dove si trovano tutti negozi di strumenti musicali, peccato che essendo domenica fossero chiusi.

Quando noi "sotterranei super-affamati" siamo arrivati al ristorante Ciro a Medina il gruppo dei "cookini di superficie" avevano già preso posto nelle sale.
Appena il tempo di salutare velocemente chi ancora non avevo visto e poi tutti ai propri tavoli, i camerieri hanno iniziato a servirci il pranzo.

Al trio degli organizzatori abbiamo regalato degli attrezzi da cucina e.......................un pacco di polenta, proprio perché lo spirito di un cookino è aperto alla condivisione ed allo scambio di ricette.

Quando siamo giunti al dolce c'è stata la piacevole sorpresa: gli straordinari "cookini napoletani" ci avevano preparato le loro specialità dolciarie.
Un tripudio di babà, delizia al limone, roccocò, caprese al cioccolato e al limone, torta della nonna e la ormai immancabile torta decorata che questa volta era opera di Spezzatino.
Ma mentre si finiva di sistemare tutte queste prelibatezze su un tavolo, tra nuvole di zucchero a velo cosparso generosamente da Isarella dopo che Patryval aveva spalmato di crema alcune cookine, i camerieri del ristorante, in una specie di sfida all'ultimo dolce, hanno voluto che Francesco82 salito su una sedia cantasse "Tu si' na cosa granne pe' me" dedicandola alle loro sfogliatelle che poi ci avrebbero servito. Francesco, magistralmente diretto da Livio, ha cantato accompagnato da tutti noi e poi...........................tutti a gustare le sfogliatelle calde che ci venivano servite, mentre qualcuno furtivamente già sgraffignava qualche babà dal tavolo dei dolci.

Dopo tutto quello che avevamo mangiato di spazio per i dolci ormai nel nostro stomaco ce n'era proprio poco ed infatti ci siamo preparati dei vassoi da portar via per gustare come meritavano quelle bontà campane.

Appena il tempo di scambiare qualche parola con alja e Marcy (che aveva preparato per noi delle simpaticissime calamite per il frigo con sopra il cappello di cookaround) ed abbiamo dovuto salutare tutti i cookini vecchi e nuovi per rientrare a Roma, ma non senza aver dato almeno uno sguardo alla Galleria Umberto I ed a Piazza Plebiscito, mentre iniziava nuovamente a piovigginare.

Accompagnati da un altro gentilissimo automobilista napoletano fino all'imbocco per l'A1 (.....ma che faticaccia stargli dietro mentre svicolava tra viuzze che noi non avremmo mai preso), mentre guardavamo allontanarsi il meraviglioso panorama di Napoli ormai illuminata che si rifletteva sul mare ed alle sue spalle l'ombra massiccia del Vesuvio, già pensavamo a tornarci per vedere le sue bellezze ed assaggiare tutte le sue specialità, tra cui la mitica "pizza napoletana" che questa volta non sono riuscita ad assaggiare.

P.S. Di tutto quello che i "cookini di superficie" hanno potuto assaggiare domenica mattina non posso dirvi, posso solo immaginarlo visto che hanno visitato la famosa cioccolateria napoletana Gay-Odin e la Pasticceria "Mary"(regno del babà e della sfogliatella) !
So per certo che domenica notte alcuni di loro hanno girovagato per le vie del centro storico cantando "Quel mazzolin di fiori" dopo aver assaggiato (ma giusto un pochino!!!) il profumatissimo limoncello (e pensare che qualcuno avrebbe voluto bere solo una tazza di tè! ihihihihihihihih).
laa prossima volta anch'io voglio assaporare l'ebrezza da limoncello, magari cantando "Chist è o paese do soleeeeeeeeeeeeeeeeeee, chist è o paese do mareeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! Oppure la romantica

MUNASTERIO 'E SANTA CHIARA

Dimane? Ma vurria partì stasera... Luntano no nun ce resisto cchiù! Dice che c'è rimasto sulo 'o mare ch'è 'o stesso e primma chillu mare blu!... Munasterio 'e Santa Chiara... tengo 'o core scuro scuro ma pecché pecché ogni sera penzo a Napule comm'era penzo a Napule comm'è? Funtanella 'e Capemonte.. chistu core me se schianta.. quanno sento 'e di d''a ggente ca s'è fatto malamente stu paese ma pecché? No...nun è overo... no nun ce credo e moro pe sta smania e turna a Napule ma c'aggià fa mme fa paura 'e ce turnà Paura sì ...si fosse tutto overo se a ggente avesse ditte a verità tutta a ricchezza e Napule era 'o core.. dice ca perso pure chillu là Funtanella 'e Capemonte mo si perdono n'amante già ne teneno atri ciento ca na femmena innocente dice a ggente nun c'è cchiù No...nun è overo... no nun ce credo e moro pe sta smania e turna a Napule ma c'aggià fa mme fa paura 'e ce turnà Munasterio 'e Santa Chiara... tengo 'o core scuro scuro ma pecché pecché ogni sera penzo a Napule comm'era penzo a Napule comm'è?

P.S.Grazie a tutti coloro che hanno fatto queste splendide foto!