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martedì 29 marzo 2016

Rabskatorta - dall'isola croata di Rab una delizia alle mandorle


Quest'anno per Pasquetta mi sono voluta regalare un dolce croato che comunque come ingredienti e lavorazione ricorda molto dei nostri dolci tipici a base di mandorle e dagli intensi profumi di agrumi.

La rabskatorta è un dolce tipico della splendida isola croata di Rab situata nel braccio di mare di Kvarner nell'Adriatico settentrionale.
Sembra che nel 1177 Papa Alessandro III, attraversando il mar Adriatico con le navi che lo scortavano, a causa di una tempesta avesse trovato riparo nelle isole croate.
In quell'occasione consacrò la cattedrale di Rab appena ampliata dedicandola alla Beata Vergine Maria Assunta ed in suo onore le monache dell'ordine benedettino vollero creare un dolce di mandorle su un'ostia che ricordasse i famosissimi dolci di Siena (città natale del Papa). 
La ricetta originale è conservata negli archivi dell'abbazia benedettina di Sant'Andrea a Rab e tra gli ingredienti indica ostia,  uova e mandorle.
Secondo questa ricetta il segreto è nella preparazione del ripieno che deve essere passato tra le dita fino a sei volte, amalgamando le  uova (la cui quantità dipende dalla secchezza delle mandorle) alle mandorle tritate avvolgendo il tutto con gli aromi delle scorze di arancia e limone e del maraschino, mentre la sfoglia deve essere sottile come un'ostia.
Utilizzato inizialmente per le feste religiose e per allietare matrimoni, battesimi e prime comunioni ora è uno dei prodotti che i turisti prediligono acquistare come souvenir e può avere la caratteristica forma di chiocciola o in formati più piccoli di cuore, di ferro di cavallo o semplicemente di barra.




Ingredienti:

Per la sfoglia

  • 250 gr di farina 00
  • 25 gr di burro fuso
  • 2 uova intere
  • 1 cucchiaio colmo di zucchero
  • un pizzico di sale
Per il ripieno
  • 400 gr di mandorle ridotte in farina
  • 360 gr di zucchero semolato
  • 1 bustina da 60 gr di zucchero vanigliato
  • 40 ml di maraschino
  • la scorza grattugiata di un limone
  • la scorza grattugiata di un'arancia
  • 2 uova 
Per guarnire
  • 6 mandorle intere spellate
  • zucchero a velo
Iniziate a preparare la pasta miscelando in una ciotola la farina con lo zucchero ed il sale. Unitevi le uova ed il burro fuso e lavorate l'impasto sul piano fino ad avere una pasta liscia e compatta che avvolgerete con la pellicola e farete riposare almeno 1 ora in frigorifero.

Passate ora alla preparazione del ripieno. Se non avete le mandorle già spellate tuffatele in acqua bollente per alcuni minuti, sbucciatele e fatele asciugare in forno a bassa temperatura.
Riducete quindi le mandorle in farina, unitevi lo zucchero, lo zucchero vanigliato, la scorza grattugiata di limone ed arancia, le uova ed il maraschino (oppure amaretto o liquore all'arancia), avendo cura di mescolare con la punta delle dita dopo ogni aggiunta.



Riprendete la pasta, dividetela in 2 parti di cui una un pò più abbondante e riavvolgete l'altra con la pellicola perché non si secchi.
Stendete su un piano leggermente infarinato la pasta più abbondante con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia molto sottile, disponetela sulla carta da forno e ritagliate una chiocciola facendo in modo che la striscia abbia una larghezza di 5 cm.

Disponetevi sopra il ripieno con cui avrete formato un salsicciotto di poco più stretto della striscia di pasta, disponetelo di volta in volta sulla chiocciola fino a ricoprirla.


Con il resto della pasta anch'esso steso sottile ritagliate delle strisce di circa 1,5 cm di altezza. Appoggiate la striscia sul lato del ripieno e pizzicandola formate delle pieghe, girando tutto intorno alla chiocciola. Con i rebbi della forchetta formate delle righe su tutto il ripieno e per ultime posizionate 3 mandorle sulla testa e 3 sulla coda della chiocciola.



Mettete a cuocere in forno preriscaldato a 170° per 35 minuti, fino a che il ripieno ha preso un bel colore dorato.

Spolverizzate la superficie del dolce ormai freddo con dello zucchero a velo.



Avete presente l'intreccio con cui è ricoperta la torta delizia alle mandorle tipica della pasticceria siciliana? Gli ingredienti ed il sapore sono gli stessi del ripieno di questo dolce, mentre la confezione con le strisce di sottile pasta che formano una ruche ricorda molto i dolci sardi.


Non è certo un dolce da servire a fine pasto, ma da offrire in fette da 3 cm in accompagnamento ad un tè o ad un bicchierino di liquore o di grappa. Ha bisogno di un momento tutto suo per essere gustato in tutta la sua sontuosità di sapori.



Anche questa ricetta è destinata a Francesca di "Ricette e vignette"
che ospita la tappa croata dell'Abbecedario culinario mondiale.

Alla prossima ricetta!! =^-^=

7 commenti:

Martissima ha detto...

questa é una scultura ancora prima che una torta!!!! ti sai sempre superare, bravissima!!

resy ha detto...

Marta sei troppo cara, sembra difficile ma non lo è, credimi, le opere d'arte che fanno ad esempio in Sardegna con pasticcini simili sono davvero delle opere d'arte, ma ci impegneremo per diventare davvero super!! ;-) Un bacione

Unknown ha detto...

Bellissima, sicuramente da copiare...bravissima

resy ha detto...

Grazie Paola, se ti piacciono i dolci alle mandorle questo è davvero super!!

Anonimo ha detto...

Presa e assaggiata ad Arbe(Rab)
è buonissima!!È vero non puoi mangiarla in grandi quantità però ripeto se fatta originale è ottima

Unknown ha detto...

L'ostia dove si mette che non è specificato

resy ha detto...

Nella prima ricetta che idearono le suore per il Papa il ripieno veniva adagiato su un'ostia (come nei ricciarelli di Siena), la ricetta che invece viene seguita attualmente al posto dell'ostia usa la sfoglia di pasta realizzata come nella mia spiegazione.

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